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LAILA E IL CORONAVIRUS: INTERVISTA ALL'AUTRICE NICOLE VASCOTTO


In pochissimo tempo, per spiegare a sua figlia cosa stava succedendo realmente - in questi giorni strani in cui alla tv non si sente parlar d'altro del rinomato virus corona stufa di sentir parlare di orchi e prodi cavalieri -, una mamma come tante altre, forse un pò più creativa e curiosa, ha pensato ad una storia, una storia semplice e chiara per spiegare ai nostri bambini cosa sta succedendo e soprattutto per spiegare che cos'è questo terribile virus, che ha ben poco a che fare con re e corone.  

Nicole, innanzitutto vorrei chiederti di presentarti e dirci qualcosa di te, in particolare quale e’ la tua professione?

Ciao Chiara, intanto ti ringrazio per avermi proposto questa intervista.
Io sono Nicole Vascotto, sono mamma della piccola Laila e sono un grafico editoriale. Collaboro con diverse case editrici per le quali realizzo copertine di libri, impaginazioni interne e contenuti per i loro social.

Si può dire allora che non sei un medico ne‘ uno scienziato, questa esigenza di spiegare il coronavirus ai bambini ti deriva dal tuo essere mamma?

Assolutamente sì. A fine febbraio, dopo i primi casi di coronavirus in Italia e con la decisione di chiudere le scuole in Lombardia, ho iniziato a documentarmi trovando solamente informazioni rivolte agli adulti ma nulla dedicato ai più piccoli. Ho creato così un post Facebook fatto da 6 vignette, in cui cercavo di spiegare quello che stava succedendo nella maniera più semplice e chiara possibile.

Mi ha colpito che rispetto a molte altre pubblicazioni per l’infanzia uscite sul tema, tu tratti il coronavirus da un punto di vista quasi scientifico e hai pubblicato presso la casa editrice “scienza-express”.
Il fatto che spieghi in maniera molto chiara e precisa come funzioni il Covid-19 e le conseguenze che ha sulla nostra vita e’ piaciuto molto ai miei bambini. Pensi sia in generale l’approccio giusto per affrontare con loro la questione?

Secondo me è fondamentale trattare i bambini da persone competenti. Non bisogna raccontare loro bugie, ma trovare la chiave giusta per spiegare le cose, calibrata in base alla loro età. I bambini sono curiosi e attenti, spesso molto più ricettivi degli adulti, non mi sembrava giusto raccontare una storia fatta di personaggi mitologici e prodi cavalieri. Il virus c'è, esiste e sono i dottori e i ricercatori in prima linea a combatterlo. Quello che possiamo fare noi è aiutarli tenendo comportamenti corretti e civili. Credo che investire anche i bambini di questa "responsabilità" li faccia sentire grandi e considerati. 

Ho visto che il libro e’ nato per via di un post su FB che è diventato virale. Questo è un po’ il sogno segreto di ogni blogger. Cosa hai provato quando è successo?

Ti dico la verità, io non sono una blogger anzi, sono una persona che di base è molto timida e riservata. Ho creato il post FB nella speranza di essere utile a quei genitori che non sapevano come approcciarsi ai loro figli e tutto quello che è successo dopo non me l'aspettavo. è stata la stessa casa editrice a propormi di trarre un libro dalle 6 vignette iniziali. Ne è nato questo volume di 48 pagine a cui ho lavorato giorno e notte, mettendoci tutta me stessa. Per me è importante ricevere feedback dai genitori, ma soprattutto dai bambini. Leggere messaggi di persone che mi ringraziano, mi lusinga tantissimo.

Mi ha fatto sorridere il fatto che nella dedica alla tua bimba dici che ci hai messo il doppio del tempo a scrivere il libro, facendo implicitamente riferimento al fatto che per via della quarantena abbiamo i bimbi a casa.
Tuttavia, penso che il tuo libro sia uscito con un tempismo perfetto quasi all’inizio di questa terribile pandemia.
Visti gli ultimi sviluppi cambieresti qualcosa del tuo testo?

So che sembra un controsenso, visto che il libro è stato fatto in una settimana, ma davvero ci avrei messo meno tempo senza tutti i "MAMMAMAMMAMAMMA" di sottofondo.
Devo dire la verità, è uscito proprio di getto. Quando la casa editrice mi ha chiesto di tirar fuori 48 pagine dalle 6 vignette iniziali, mi è venuto un colpo. Mi sono detta "e adesso? cosa scrivo? non lo finirò mai più". Credo di averlo scritto in una notte e aveva 5 pagine in più, ho dovuto addirittura accorciarlo!
Poi ho fatto vagliare il testo da un team di ricercatori che si occupa di analisi di genomi di virus, perché la parte scientifica attendibile per me (e ovviamente anche per la casa editrice) era fondamentale. Dopo le loro correzioni, ha passato il testo ad uno psicologo e psicoterapeuta che si occupa del mondo dell'infanzia, che mi ha dato alcune indicazioni.
Mentre loro e in seguito gli editori davano indicazioni sul testo, ho iniziato a preparare le chine dei disegni. E questa è stata la vera parte complicata da gestire con una bambina in casa, che vuole rubarti il tablet e la penna, disegnare con te, giocare, fare la bambina insomma. Ho lavorato molto mentre dormiva, ma fortunatamente ho anche un marito fantastico che oltre a fare la sua parte come al solito, si è fatto carico anche della mia in molti momenti.
Ho finito il libro la prima settimana di marzo, quindi prima del decreto TUTTI A CASA. Quello forse un po' mi dispiace, perché nel libro questa tematica non è stata trattata. Ho creato però la pagina Facebook e Instagram di Laila in cui continuo a creare storie aggiornate ai tempi attuali, oltre a trattare tematiche più leggere e frivole, visto che non è che bisogna parlare sempre e solo di coronavirus ai bambini. Ci sono disegni da colorare, disegni di città italiane che prima o poi torneremo a visitare, oppure video di me e Laila insieme.

Una domanda forse un po’ scomoda, adesso non si fa che parlare della fase 2, quale è la tua opinione in proposito? Come la spiegheresti a Laila?

Credo che la cosa fondamentale sia che le persone siano consapevoli che non siamo ancora usciti da questa situazione. Non possiamo tornare a comportarci come prima, ci sarà ancora da mantenere le distanze e stare attenti. Per poter tornare alla vita normale a cui aspiriamo, è necessaria la collaborazione di tutti.

Hai un augurio da fare a noi genitori e ai nostri bambini? Un messaggio che vorresti dare?

Io sinceramente mi auguro che arrivi presto il giorno in cui il questo periodo sarà solo un ricordo sfocato. 
Ho sempre preso in giro mia nonna, nata ai tempi della guerra, perché aveva un ripostiglio pieno di scorte di qualsiasi cosa. Una volta a pranzo ha tirato fuori una bottiglia d'acqua scaduta da 1 anno. Vuol dire che era in quel ripostiglio come minimo da 3 anni. Le dicevamo "Ma nonna, non siamo mica in guerra!"
Ecco, io sogno questo: essere presa in giro dai miei nipoti che aprendo qualsiasi anta della cucina mi grideranno "Ma nonna, hai lievito ovunque! Non c'è mica il coronavirus!"



Le sei vignette diventate virali su FaceBook

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