Così mi ha risposto al telefono Donatella Caione, quando ci siamo sentite per parlare dei suoi libri e quando le ho proposto di fare questa intervista, che potete ora leggere per intero.
Ciao Donatella, per prima cosa volevo chiederti di dirci qualcosa su di te, o meglio ciò che ritieni importante farci sapere, visto che sul sito della casa editrice al posto della voce “Chi siamo” troviamo la voce “Chi siete”, e l’attenzione viene spostata su noi lettrici e lettori.
Sono mamma, donna impegnata nel volontariato contro la violenza di genere, editrice per passione... e anche agricoltora! Credo nell'importanza della letteratura per l'infanzia per favorire il pensiero libero, non stereotipato, aperto agli altri e altre.
Nel panorama dell’editoria italiana sei stata tra i primi ad occuparti di temi forti relativi all’educazione alla diversità, a pubblicare dei libri per parlare ai bambini della morte, o dell'abuso o della paura. Come si sa affrontare questi temi non è da tutti: è necessario avere a che fare con genitori, insegnanti, aspiranti genitori, e bambini “speciali”. Volevo quindi chiederti come è nata questa esigenza.
L'esigenza è nata dallo scoprire che esistono tematiche di nicchia poco esplorate, forse anche perché questi temi non muovono grandi tirature. Ma sono temi sui quali non è giusto glissare... e ce ne stiamo accorgendo proprio in questi giorni.
Si può dire quindi che la scelta dei temi che vengono trattati dalla casa editrice vengono “dal basso” sono quindi le stesse mamme o insegnanti che hanno fatto emergere la necessità di avere un buon libro per parlare di temi difficili ai propri bambini?
Sì, in molti casi sì, ad esempio per le fiabe sull'adozione o la procreazione assistita l'esigenza è nata dalle mamme. Spesso, oltre che da insegnanti, da associazioni che, lavorando su questi temi, hanno bisogno di materiale e mi hanno incoraggiato alla pubblicazione. Ad esempio come è successo per uno degli ultimi libri, quello sulla violenza assistita.
Come e’ nata la casa editrice? Quanto è ed è stata importante la comunità Mammeonline? Puoi dirci qualcosa di più a riguardo?
La comunità è stata importantissima. All'interno della comunità intorno a certi temi (infertilità, adozione, abortività, procreazione assistita, allattamento, genitorialità) è nata la condivisione e poi il sostegno. Ed è venuta l'idea di estendere il sostegno e le informazioni condivise anche all'esterno, attraverso i libri. Nel frattempo poi i miei figli crescevano e si è sviluppato l'interesse per la letteratura per l'infanzia. Soprattutto mi ha colpito molto che mia figlia quando era bambina faticasse a trovare in libreria libri che parlassero di figure femminili non stereotipate e al contempo protagoniste.
Volevo chiederti un tuo parere da esperta in materia, ricordo a tutti che hai anche pubblicato un libro in proposito “Stereotipi e arzigogoli. Divagazioni in tema di genere” . Quanto è importante secondo te l’educazione nella prevenzione di fenomeni come il bullismo, cyber bullismo, stalking, violenza sulle donne? Vale secondo te il motto “meglio prevenire che curare”?
Certo, che senso ha dover combattere gli stereotipi in adolescenza o oltre quando possiamo evitare che si creino? Perché non riconoscere che la violenza contro le donne, il bullismo, ma anche le discriminazioni razziste ed omofobiche possono essere prevenuti con l'educazione al rispetto, con una crescita affettiva sana che le sue basi nella prima infanzia?
Quali sono secondo te i maggiori pericoli e le cause del rifiuto della diversità da parte dei nostri giovani? Cosa consiglieresti a noi genitori?
Purtroppo le cause sono proprio, molto spesso, i discorsi che si ascoltano in famiglia. E in quel caso i genitori, essendo la causa, non possono essere la soluzione. Quindi diventa importantissimo il ruolo delle altre agenzie educative, scuola in primis. Ai genitori che invece passano messaggi corretti consiglio di insistere. Magari donare dei libri belli alla classe può essere un modo per contribuire alla crescita collettiva.
Un libro su tematiche come la non-violenza, la parità e il rispetto può fare la differenza? Cosa rappresenta per te il libro, o meglio l’albo illustrato?
L'albo illustrato non è dogmatico, se ben fatto. Si limita a raccontare delle storie, in cui immedesimarsi. E le storie sono narrate con le illustrazioni oltre che con le parole. E parlando di alcuni temi le illustrazioni possono “dire” molto di più, oltre a permettere elaborazioni autonome a bimbi e bimbe che ancora non sanno leggere. Ma anche i libri in generale non sono dogmatici. Ad esempio parlando di violenza contro le donne un libro può funzionare molto meglio del classico incontro cattedratico di quelli che io chiamo “da 25 novembre”.
A tutte le persone ancora scettiche sul “femminismo”, vuoi dire qualche parola a riguardo? Si può dire che Matilda Editrice è una casa editrice femminista? Se sì, in che senso e in che termini?
Sì, si può dire, è una parola che non ho paura ad usare per definire me è il mio lavoro. Senza il femminismo non avremmo oggi tutti quei diritti e quei cambiamenti legislativi conseguiti ed avvenuti negli ultimi trent'anni del secolo scorso. Anche se donne che rifiutano quest'etichetta devono le loro libertà alle femministe. E penso alla possibilità di fare le magistrate, al nuovo diritto di famiglia, all'abolizione del matrimonio riparatore, ai congedi parentali, alla legge che non considera più lo stupro come delitto contro la morale, alle legge contro la violenza, lo stalking, il revenge porn e in generale al conseguimento di sempre maggiori pari opportunità.
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