“Lei non era cresciuta in un’epoca di ottimismo, ma non significava che avesse vissuto senza sognare. I desideri non si avverano. Sono soltanto il bersaglio che dipingi intorno a quello che vuoi. Il centro devi sempre colpirlo da sola.”
- L. Taylor, La Musa degli Incubi
Prologo
Era un bel pomeriggio di aprile, e una mamma come tante avrebbe voluto fare una merenda sul prato insieme alla sua famiglia e mangiare una crostata alla marmellata di more appena sfornata. Le sarebbe anche piaciuto leggere un po’ e rilassarsi, ma neanche l’attimo di una foto e i bambini cominciarono ad ammucchiarsi e a urlare…E se quello che aveva era tutto ciò che da sempre aveva sognato?
Antefatto
Sarà deformazione professionale - a lungo ho studiato C. G. Jung e il suo pensiero sul mito e quindi sul sogno -, ma IL SOGNATORE di Laini Taylor (lo stesso vale anche per il suo seguito LA MUSA DEGLI INCUBI) ha avuto la capacità di farmi letteralmente “sprofondare” nella natura ambigua del sogno.
Nello specifico, il pensiero circolare che mi ha provocato la lettura di questo libro è la seguente, ciò che sogniamo è ciò che siamo? Mi spiego meglio, il nostro essere si dirige inconsciamente verso ciò che consciamente desideriamo dalla vita o il desiderio si realizza a prescindere da noi stessi? Sogniamo quello che siamo destinati ad essere sin dal principio o desideriamo così tanto una cosa da fare poi in modo che la realtà venga a coincidere con il nostro sogno?
Recensione
La struttura stessa del romanzo richiama quella circolare di un sogno: il prologo anticipa le ultime parole del libro, la fine è l’inizio e per quanto uno si sforzi di dimenticarselo si sa che alla logica del sogno non si può sfuggire. L’inconscio guida la coscienza e a posteriori l’impossibile diviene possibile, ma forse perché l’impossibile è sempre stato una possibilità.
Il protagonista Laszlo Strange lo sa bene: la sua debolezza è la sua forza. E anche se i personaggi mancano un po' di profondità e di quell'aspetto introspettivo che a me piace tanto trovare nei libri, tale mancanza viene sopperita dalla loro magia: hanno la pelle blu e sono magici. Non si può non innamorarsene e prenderli sotto propria ala, sono ragazzi innocenti, ognuno con la propria peculiarità.
La mia protagonista preferita è Sarai che oltre ad essere blu, ha pure i capelli color cannella ed è circondata da falene della notte...
Anche l’ambientazione che l’autrice riesce a creare, quasi tessendo una trama sottile di stelle e speranza, mi ha colpita favorevolmente.
Mi sto avvicinando solo di recente al genere fantasy e devo dire che ho molto apprezzato la dimensione alternativa in cui molta verità viene riportata in maniera simbolica e immaginifica. Dèi dalla pelle blu, mostri marini e mondi contigui si scontrano con problemi quotidiani di un’umanità umana troppo umana. Che continua a sognare.
Mi hai fatto venire la pelle d'oca. Sono molto esigente per quanto riguarda le recensioni su questa duologia e tu sei riuacita a dire tutto in poche righe, senza svelare troppo, ma dando perfettamente l'idea di quello che succede.
RispondiEliminaComunque sui libri con le farfalle e le protagoniste con i capelli rossi devo farci un post
grazie mi fa davvero piacere il tuo commento!
EliminaBellissima recensione di un libro che ho amato molto e che ho letto di recente. Abbiamo gli stessi gusti
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