Passa ai contenuti principali

MUKASHI MUKASHI


“Ma chi sono gli oni? Demoni! E il sensu? Il ventaglio! 
E quale piccolo eroe andò a caccia di oni con tanto di sensu
come un grande samurai?”


"C’era una volta..." in Giappone, ovvero Mukashi Mukashi, è il titolo dell'albo illustrato nato dalla mostra "Le immagini della fantasia" curata da Monica Monachesi nel 2017.
Questo albo vede quindi la partecipazione di insigni illustratori ed esperti del settore, che garantiscono un'attenzione che emerge in ognuna delle otto fiabe scelte per rappresentare la ricchezza della cultura del sollevante. La selezione attinge al patrimonio fiabesco del Giappone nella sua forma più antica, legata alla tradizione orale. Qui immagini e parole si alternano con ritmo e sonorità rispecchiandosi l'una nell'altra in un'armonia di colori, che ricorda come in un sogno i ciliegi in fiore ricamati sui kimono delle donne giapponesi.


I protagonisti delle fiabe giapponese sono creature affascinanti e fantastiche come ad esempio il "tanuki" - il cane procione - o la "kistune" - la volpe -, animali magici che hanno l'incredibile capacità di assumere l'aspetto di persone, spettri,  mostri e persino oggetti.
E ancora il  "bambino alto un dito" - "issunboshi" -, che dimostra di essere coraggioso come un grande samurai. Oppure "Momonoko Taro" il bambino nato da una pesca, che - seppur minuscolo e pieno di energia -, sarà l'unico in grado di sconfiggere i terribili "Oni", i demoni da un occhio solo che possono avere di volta in volta la pelle rossa, blu, nera, rosa o verde. 


Queste fiabe della tradizione nipponica testimoniano del fatto che nella cultura giapponese non è la grandezza del corpo quella che conta, ma quella del cuore.

Sono infatti il rispetto e la generosità d'animo dei più umili, come ad esempio nella fiaba "Il Jizo con il cappello di paglia", le qualità che vengono premiate e che alla fine devono essere privilegiate se si vuole avere una vita serena.
La povertà non è quindi quella esteriore, ma la miseria e l'avidità dei sentimenti. Come dimostra il povero uomo che si spoglia del cappello di paglia, il suo unico avere, per proteggere dal vento e dal freddo uno "jizo". Gli jizo nella cultura giapponese sono statue intagliate nella pietra - che si vedono spesso lungo le strade - e proteggono i bambini e i viaggiatori. Per i giapponesi sono molto importanti, tanto che le si vedono spesso adornate con bavaglini e copricampi per proteggerle dal freddo. 


Questo albo illustrato ci permette quindi di sognare e di viaggiare con la fantasia verso il Giappone. Verso una cultura meravigliosa, che mette in primo piano i valori della gentilezza, della generosità e dell'umiltà. 
Ma anche dell'essenzialità. Essenzialità rappresentata alla perfezione dalla katana, la spada dei samurai, che con la sua forma si riduce all'essenziale, lasciando fuori il superfluo e la superficialità.
Siamo così trasportati in una cultura fantastica di un paese lontano, dove si leva il sole.









Commenti

  1. Il bambino alto un dito mi ricorda un sacco Pollicino! Queste fiabe e le rispettive illustrazioni mi incuriosiscono tantissimo, fino a qualche anno fa ero fissata con il Giappone! -Emilia-

    RispondiElimina
  2. Mi affascinano molto questo paese e la sua cultura

    RispondiElimina
  3. Da appassionata di Giappone, non posso che recuperare questa chicca!

    RispondiElimina
  4. Sai già che adoro questa foto 😍 oltretutto la tua recensione è fantastica

    RispondiElimina
  5. Trovo molto affascinante questo Paese e questa cultura!

    RispondiElimina
  6. No, okay, io AMO il Giappone. Sembra davvero bello quest'albo *-*
    -Ophelia

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Fiori di Kabul, quando un fiore cresce nella polvere

  “Sei un fiore prezioso, e i fiori preziosi non possono crescere nella polvere.” La mamma lo ripete spesso a Maryam nella polverosa Kabul, mentre tutti gli altri cercano in ogni modo di non farla sbocciare. Tutti gli altri a cominciare da suo padre, che le impedisce di imparare ad andare in bicicletta, perché “è una cosa che offende l’Islam”, se ci vanno le femmine. Ma non proprio tutti, perché c’è suo fratello che è un uomo buono, come anche il suo allenatore, e la sua migliore amica, Samira. Lei è hazara e Maryam pashtun: sono entrambe due fiori bellissimi.  “Non sapevo se fossi davvero preziosa, ma mi piaceva l’idea di essere un fiore.  Magari in un’altra vita lo ero stata veramente, un fiore che cresceva là sulla montagne, era possibile, e forse era per questo che ogni giorno desideravo essere lassù.” Montagna, senso di libertà, il vento tra i capelli e Maryam che pedala verso il suo destino con il cuore che le batte all’impazzata. Oggi, per noi in Italia, o comunque in Occid

La serie di Teresa Battaglia, una commissaria contro gli stereotipi

Mentre ce ne stiamo a rimirare i fiori, c’è qualcuno che sta attraversando l’inferno. Fiori sopra l’inferno   è il titolo del primo dei quattro libri della serie di Teresa Battaglia scritta dall’autrice friulana Ilaria Tuti e cela l’haiku del poeta giapponese Kobayashi Issa. Non scordare: noi camminiamo sopra l’inferno,  guardando i fiori. E questo qualcuno, che ha attraversato l’inferno, e’ l’assassino. O l’assassina. Sempre seriale. La capacità empatica di sentire il dolore nel male, mi ha fatto apprezzare il commissario Battaglia, anzi la commissaria, che è una donna e una madre anche senza avere figli biologici, per la sua innata compassione nei confronti della vita quando inerme.  Questa capacità che è poi la chiave della sensibilità, mette in crisi i confini classici del bene e del male, mostrando come a volte chi è carnefice è in primo luogo vittima. Vittima di violenza assistita o vissuta sin dall’infanzia. Questo non vuol dire che la violenza è giustificata, anzi, s

Tre albi illustrati per la "Giornata mondiale della gentilezza"

  Lo sapevate che la “Giornata mondiale della Gentilezza” è nata in Giappone?   Nello specifico, questa giornata nasce a Tokio nel 1988 con il World Kindness Movement, e presto si è diffusa in tutto il mondo. Sembra semplice, perché la gentilezza è la semplicità di un gesto fatto con dolcezza e rispetto, di un sorriso, di una carezza. Ma poi nei fatti non è affatto così semplice essere gentili.  Nella quotidianità, purtroppo, lo stress e la tecnologia non fanno che alimentare relazioni basate sulla poca attenzione e l’aggressività, anche e forse soprattutto da parte degli adulti nei confronti delle bambini e bambine che a loro volta le perpetuano a scapito degli altri bambini. La gentilezza è un esercizio di attenzione che ci rende migliori e quindi dovrebbe essere celebrata tutti i giorni, magari e perché no anche attraverso dei meravigliosi albi illustrati da leggere insieme. Ecco quelli che vi propongo oggi, a partire da destra potete vedere: Il piccolo libro della gentile