“Uno Straniero arriva in città da terre favolose e remote. La sua comparsa ha i tratti di un prodigio, di un evento soprannaturale. Essa sconvolge la polis e le sue istituzioni disgrega le famiglie, distrugge la vita dei singoli e della comunità.”
“Uno Straniero che proviene dall’Oriente.”
Svela all’improvviso il suo volto segreto e terribile, il volto di un toro selvaggio.
“E tu che sei qui davanti a me, tu che mi guidi, ora mi sembri un toro:
sulla tua testa sono spuntate le corna.
Eri una belva già prima? Perché ora ti sei mutato in toro?”
- Euripide, Le Baccanti
Dioniso, cosa posso dirvi nello spazio di un post? In effetti ho scritto un libro che ruota intorno a tale divinità. E' il lavoro che è uscito dal mio dottorato di ricerca e si intitola "La fuga degli dèi. Mito, immagini e matriarcato in Ludwig Klages." Ma ve ne parlerò un'altra volta.
Dioniso, senz’altro la mia divinità preferita. Non tanto per il fatto che sia il dio del vino e dell’ebbrezza - per quanto siano aspetti importanti per superare il limite e i confini così limitati di ciò che possiamo percepire della realtà grazie alla sola ragione.
Soprattutto perché è il dio della metamorfosi.
Ve le ricordate anche voi le edizioni dei classici blu della BUR con il testo greco a fronte? A me riportano con la mente alla mia adolescenza, al mio meraviglioso professore di greco del liceo.
E’ stato lui il primo a farmi capire che poteva esserci una diversa provenienza del nostro pensiero occidentale, una commistione nel nostro modo di pensare arrivata dall’Oriente.
Un piccolo seme dirompente insito all’interno della nostra mentalità, della rigida logica del sillogismo, dei sofismi e delle sottigliezze della ragione, simbolicamente rappresentato da una divinità: Dioniso.
Dioniso, lo Straniero.
Dioniso e le sue baccanti.
Dioniso è forse donna, è anche donna.
Ha riccioli d’oro, che gli arrivano sulle spalle.
Si traveste.
Un culto assorbito in Occidente dall’Oriente, i cui la facle di luna si ripecchia nelle corna di bue.
Lo straniero che giunge in patria per scardinare la “normalità”.
Nietzsche nel suo noto saggio la “Nascita della tragedia” che ha rivoluzionato la ricezione dell’antichità nel Novecento ha contrapposto il dionisiaco all’apollineo, ricalcando la dicotomia che sottende il reale secondo la maggior parte delle culture e tradizioni di pensiero del mondo.
Dallo yin e lo yang, alla dicotomia tra natura e cultura, luce e tenebre, maschile e femminile, mondo sensibile e mondo delle idee. Dioniso e Apollo.
Tuttavia Dioniso è molto di più di uno dei due poli intorno a cui si articola tale dicotomica percezione del reale dal punto di vista “umano troppo umano”.
Dioniso è il Tutto, il costante fluire della realtà che sottende qualsiasi ulteriore polarità. In questo senso è metamorfosi. Metamorfosi pura.
Ai bambini, certo, dico che Dioniso domava tigri e leoni e che era il dio del vino e delle feste. Questo libro - IL LIBROQUIZ SULLA MITOLOGIA - è perfetto per loro! Loro già lo sanno che si poteva trasfmorare e la cosa non gli stupisce più di tanto.
Agli adulti consiglio invece Pasolini, forse colui che questo dio l’ha capito meglio ultimamente (dopo Nietzsche, dopo Euripide). Leggetevi TEOREMA.
Musica consigliata: Lilac Wine, Jeff Buckley
Musica consigliata: Lilac Wine, Jeff Buckley
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