Se non mi trovi subito non
scoraggiarti,
Se non mi trovi in un posto cerca
in un altro,
Da qualche parte starò fermo ad
aspettarete.
- ll canto di me stesso, W. Whitman
Avete presente quando una canzone vi entra in testa e non riuscite più a liberarvene? In tedesco si dice “Ohrwurm”, letteralmente: verme nell’orecchio. Non ho trovato in italiano un termine altrettanto calzante.
Succede con la musica come con le persone.
In quest’ultimo caso non è coinvolto solo l’udito. Ma tutto il corpo, e il pensiero involontariamente non fa che ritornare lì.
Per quanto cerchi di scacciarlo via dalla testa, quasi fosse il ronzio di una mosca, il pensiero di quella persona continua a tornare da te. Soprattutto quando anche questa stessa persona non fa altro che pensare a te. Cercando a sua volta di non farlo.
Questo è quello che successe ai protagonisti del romanzo di Lorenza Stroppa, Giulia e Diego, dopo il loro incontro, per nulla casuale alla libreria Acqua Alta di Venezia.
Entrambi faranno di tutto per non pensarsi reciprocamente.
Magari perché sbagliato, magari perché non ne vale la pena, magari semplicemente perché hanno altri progetti.
Un progetto, come potrebbe essere l’intima necessità di salvezza, può includere un’altra persona?
Non si tratta di egoismo, ma forse l’amore più grande di tutti è e deve essere quello nei confronti della Vita.
Lo sa bene Venezia.
Così bella e così fragile nel suo essere assediata dal mare.
Con il suo romanzo “Da qualche parte starò fermo ad aspettare te” Lorenza Stroppa ci trasporta in una Venezia tutta da scoprire e le parole sembrano uscire dal pennello di un pittore mentre, alla ricerca un nuovo colore, è intento a mescolare tra loro pigmenti e acquaragia.
Vi lascio con una delle leggende locali presenti nel libro che mi hanno colpita di più.
“La leggenda del merletto di Burano, si dice sia nato quando un giovane pescatore dell’isola, vicino al matrimonio, si è trovato in mare in balia di un gruppo di sirene. Le creature hanno cercato in tutti i modi di irretirlo, sedurlo con i loro canti e i loro corpi sinuosi, invano. Il giovane è tornato alla sua isola più innamorato che mai della sua bella e la principessa delle sirene, per premiare il suo incorruttibile amore, gli ha concesso un dono per la promessa sposa: una magnifica tiara formata dalle volute della schiuma di mare. Il giorno del matrimonio le donne di Burano hanno ammirato il bellissimo gioiello e, invidiose, hanno deciso di provare a crearne uno uguale con ago e filo.”
Come sempre bellissimi post e super sentiti, ❤️
RispondiEliminaBellissima leggenda, non la conoscevo. Grazie 🤗. Comunque quel "grande progetto" può includere ma non DEVE includere, io credo.
RispondiEliminaMolto suggestiva la tua presentazione!
RispondiEliminaÈ sempre bellissimo leggere il tuo punto di vista sulle cose!
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