“Non ho saputo resistere alla tentazione di prendermi un po' gioco di lui, suppongo sia un avanzo di sapore della mela originale che ancora ci portiamo in bocca, così gli ho offerto il mio diario stenografato.”
Un classico senza tempo che, al di là del successo mediatico che dalla sua prima stesura nel 1897 l’ha visto protagonista di infiniti retelling prima in campo letterario e poi in campo cinematografico, resta per sempre la pietra miliare del romanzo gotico.
Una lettura che mi ha raggelato, entusiasmato, incantato, ma anche lasciato con qualche domanda esistenziale relativa al rapporto di Bram Stoker con le donne. Domande, che devo dire questa volta sono state alimentate e in parte anche risposte dalla sapiente curatela di Franco Pezzini di questa meravigliosa edizione illustrata.
Prima di addentrarmi nel tema del femminile in “Dracula”, volevo fare una piccola precisazione. Uno degli aspetti su cui si concentra il curatore è proprio il fatto che i numerosi retelling a cui è stata sottoposta l’opera di Stoker fanno quasi perdere di vista il tema originario da cui scaturiscono tutte le variazioni. Ad esempio persino il grande King in “Danse Macabre” cambia o reinterpreta alcune scene a suo piacimento a scapito della fedeltà alla storia. Inoltre, va considerato che il libro è in realtà in se stesso una stratificazione. Stoker ha scritto e riscritto “un labirinto”, che ricapitola tutta la storia del gotico. Cerchiamo di entrarci senza pre-comprensioni, senza lo sguardo assettato di Bela Lugosi, il Val Helsing di Anthony Hopkins o gli occhi a cuore di Bella Swan (Twilight).
Durante la mia lettura posso dire che sono state due le domande principali a risvegliare il mio interesse e di cui dunque voglio parlarvi. Ve le riporto qui di seguito:
1. Dracula succhia il sangue solo alle donne? Quanto il mito del sangue richiama pratiche sessuali?
Ebbene sì - lo ripeto ancora una volta, ricordate che in questo mio breve scritto io mi riferisco solo al libro di Stoker e non alle rivisitazioni posteriori - , Dracula succhia il sangue solo alle donne. Il vampiro è un maschio, divoratore imperialista, con numerose spose attraverso le quali poi eventualmente estenderà il suo vampirismo agi uomini, ma mai direttamente. Alle sue spose offre in dono bambini, fagotti con dentro neonati, per tenersele buone e forse anche indirettamente mettere a tacere il loro desiderio di maternità.
E il sangue richiama pratiche sessuali e di continuazione del ciclo della vita. Non a caso Val Helsing parla nel caso di Lucy, come vedrete il mio personaggio femminile preferito, di poligamia. Lucy è poligama perché il sangue di ben quattro uomini è confluito nelle sue vene. Renfield, il pazzo internato nell'ospedale guidato dal medico Arthur, cerca di ingerire essere viventi, incorporando la loro essenza vitale per mezzo del sangue, col fine di assicurarsi l'immortalità.
"Figuratevi che mi immaginavo che la vita fosse un'entità concreta ed eterna e che, ingerendo una gran quantità di esseri viventi, per quanto collocati in basso nella scala della creazione (es. mosche, ragni, topi), si potesse prolungare la vita all'infinito. In certi momenti l'ho creduto con tanta forza che ho cercato addirittura di impossessarmi di vite umane. "
Tutti aspetti che sottendono lo stretto legame tra sangue e vita.
2. Guardando alle protagoniste femminili Lucy e Mina - ma anche alle spose vampire - quale tipologia di donna ci presenta Stoker nel suo immortale romanzo? e perché?
Come avrete ormai capito Lucy - con la sua bellezza ed allegria ed ebbene sì anche per il suo lato libertino, ben tre uomini le fanno una proposta di matrimonio e a lei dispiace poter dire di sì solo ad uno di essi - è stata per me amore a prima vista. Tenete presente che è davvero giovane e bella! Ingenua, ma anche sveglia e intelligente, ha un lato dark legato al suo sonnambulismo e una sorta di fragilità quasi commovente che la fanno sin da subito la vittima perfetta del Conte Dracula. Ma non solo.
Eh no perché Lucy viene uccisa due volte, dal morso del vampiro prima, e da John, colui che doveva essere il suo futuro sposo poi. Anzi Franco Pezzino parla a proposito addirittura di “uno stupro collettivo”. Questa è la fine che deve fare la donna emancipata di fin de siecle, e lasciare il posto ad un’altro genere di donna, quello che Bram Stoker approva e che anzi rappresenta la vera protagonista del suo romanzo: Mina.
Mina è per Stoker la donna perfetta, "quella meravigliosa donna con un cervello da uomo". Scrive a proposito Pezzino Mina è “la Donna Nuova nel segno di un’emancipazione ‘morbida’ attraverso un’atteggiamento intraprendente nella vita quotidiana e nell’appoggio al marito: ben poco in comune dunque, con i modelli coevi di New Woman politicamente e socialmente schierati a tutela di diritti a un'effettiva parità.”
Per concludere si può dire che Stoker contrappone dinamicamente due modelli femminili, uno solare che riesce non solo a sfuggire, ma anche a sconfiggere il Male e uno tragico che vi soccombe, Mina e Lucy sono quindi nella loro interdipendenza e dicotomica contrapposizione la chiave di lettura di questa polarità tra bene e male incarnata nella tradizione vampiristica del romanzo gotico.
Che bello questo drago! Devo ricuperarlo anche io!
RispondiEliminaBellissimo articolo che ho ketto con piacere. Dracula l'ho letto anni fa e mi è piaciuto moltissimo
RispondiEliminaIl mito di Dracula è un mito che da una parte mi affascina, dall'altro mi spaventa. Voglio leggerlo perché ho sempre apprezzato le storie di vampiri ma ho sempre paura che mi deluda. Questa edizione però invoglia parecchio
RispondiEliminaÈ interessante la riflessione che proponi. Ho letto Dracula che ero adolescente e tutte queste sfumature non le avevo potute cogliere. Per questo motivo, ho deciso di rileggerlo.
RispondiEliminaGrazie per questi spunti
E decisamente devo recuperare il romanzo di Stoker e poi mi concentrerò su questo libro!
RispondiEliminaArticolo molto interessante e libro sicuramente da recuperare!
RispondiEliminaArticolo molto interessate. Sinceramente ho letto Dracula da bambina (e sì, non l'ho molto apprezzato) ma non avevo mai pensato direttamente al collegamento alla sessualità, almeno non in maniera così spicciola. C'è da dire che, forse, il richiamo al sangue è secondo me anche un richiamo al sangue mestruale, alla vita in potenza che con esso potrebbe nascere. Non so, forse sbaglio ma mi ha fatto pensare a questa cosa.
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