“Che si balocca per un’ora con un giornale
e fa il leone furioso contro una scarpa;
che fiuta le lettere come un amante,
annusa i libri come un bibliomane
e origlia agli usci come una spia…”
Buongiorno bibliomani,
ho trovato finalmente un appellativo neutro per salutarvi, proprio grazie a questo libro “L᾽ultimo amico” di Edmondo De Amicis.
Beh, lui in realtà lo riferisce al suo cane, Dick, a cui è dedicato e indirizzato questo racconto.
In fondo non è facile trovare in italiano un epiteto che non sia sessista (cfr. Alma Sabatini) e già il linguaggio è di per sé ricettacolo di stereotipi e pregiudizi.
Nell᾽Ultimo amico la penna magistrale di De Amicis, inizia con lo scardinare uno dei pregiudizi dello stesso autore, vale a dire quello nei confronti della razza canina da lui in un primo momento considerata inferiore. È inizialmente il sentimento di pietà che permette a De Amicis di entrare in empatia con il trovatello portato a casa dal figlio minore in un momento difficile per l’autore, che devo sopportare la morte della cara madre, il suicidio del figlio maggiore e il divorzio.
Il fatto che De Amicis trovi conforto nel rapporto con il proprio cane più che dagli esseri umani, non è raro ed è comune tra molti scrittori del secolo scorso. Faccio ad esempio riferimento alla raccolta di racconti "Cane e Padrone" di Thomas Mann o a “Cuore di cane” di Bulgakov.
Nel libro c’è inoltre una precoce sensibilizzazione sulla tutela e la difesa dei diritti degli animali attraverso il rifiuto di ogni forma di maltrattamento.
Domande a Enrico de Luca, curatore dell’edizione pubblicata da Caravaggio Editore nei Classici Ritrovati.
1. Come è nata l’esigenza di una nuova edizione di questo scritto di De Amicis?
Semplicemente perché non ne esisteva una (se si esclude l᾽anastatica della prima edizione) che consentisse al lettore moderno di leggere questo scritto degli ultimi anni dell᾽autore di Cuore. Possedendo l᾽edizione Treves (1905) e trattandosi di un testo breve, ho pensato di offrire un᾽edizione in cui fossero presenti tutte le varianti d᾽autore, anche se nella maggior parte dei casi adiafore, della prima edizione del 1900.
2. Hai curato anche altre opere di questo autore? Qual è l’aspetto che ti ha più colpito di questa?
Sì, ho curato L᾽amore dei libri nella collana Gemme di Caravaggio editore. Dell᾽Ultimo amico ho apprezzato l᾽ironia dell᾽autore e il suo sincero attaccamento a Dick, un cagnolino inizialmente considerato di poco valore, ma che, rivelandosi ben presto dotato di elevate capacità intellettive e affettive, diventa il vero ultimo amico di un uomo che sta vivendo il periodo più buio e desolato della sua vita.
3. Quali sono i prossimi progetti relativi alle opere di Edmondo De Amicis?
Ho ultimato in questi giorni l᾽edizione di un testo straordinario, Nel giardino della follia.
Trovo la storia di amicizia con il cane davvero bella. Ottima intervista come sempre cara ❤️ ricca di spunti di riflessione
RispondiEliminaTante volte gli animali sono migliori delle persone e i cani sono i migliori amici dell'uomo da sempre. Devo assolutamente recuperare questa lettura
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione
Bella questa intervista, sempre interessanti le tue domande
RispondiEliminaBellissima intervista complimenti
RispondiEliminaUn intervista molto interessante. Di De Amicis ho letto solo qualche pagina di Cuore. Dovrei recuperare questo😊
RispondiEliminaUn intervista molto interessante. Di De Amicis ho letto solo qualche pagina di Cuore. Dovrei recuperare questo😊
RispondiEliminaRiesci a non essere mai banale, complimenti
RispondiEliminaNon conoscevo questo scritto, il che la dice lunga su quanto effettivamente servisse questa edizione. Penso che lo prenderò perché, da amante dei cani, mi piacciono libri così.
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