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"Alice nel Paese delle Meraviglie": breve storia delle sue illustrazioni

"A che serve un libro senza figure?”

- Lewis Carroll


Non c’è cosa più bella, penso, che introdurre con “Alice nel paese delle meraviglie” la mia nuova rubrica #leggerealcontrario dedicata ai libri illustrati!


Di cosa si tratta? Vi parlerò delle immagini nei libri per bambini a partire dalle mie ricerche in campo di cultura visuale e letteratura dell’infanzia. 



Perchè per me leggere al contrario significa 

girare il libro per mostrare ai bimbi e alle bimbi le figure,

indica che non per forza bisogna cominciare dall’inizio,

che le immagini non rispecchiano sempre e solo il testo, 

che vi  possono essere molteplici interpretazioni, 

e sprona a varcare la soglia dell’invisibile nascosto in tutto ciò che abbiamo davanti agli occhi.



Ed ecco perchè mi sento di cominciare proprio da Alice... La storia delle illustrazioni del capolavoro di Carroll e’ tanto lunga quanto illustre.

Qui vi presento una piccola scelta tra gli artisti che piu’ mi hanno colpito e le novità in libreria!


Partiamo dall’inizio, il primo illustratore di Alice fu Carroll stesso, ebbene sì scrisse questa storia in una notte e poi la corredò di illustrazioni fatte di suo pugno. Poi il testimone passò a Tenniel. Interessante e’ che a Carroll non piacque per nulla, sebbene la sua rappresentazione e’ quella a noi più nota grazie anche a Disney che l’ha riproposta tale e quale nella versione animata.



“Il signor Tenniel" scrive Carroll nel 1862, "è il solo artista che abbia disegnato per me, ad essersi risolutamente rifiutato di servirsi di un modello e ad aver dichiarato di non aver più bisogno di un modello di quanto io abbia bisogno di una tavola pitagorica per risolvere un problema matematico. Io mi arrischio a pensare che abbia commesso un errore e che, per la mancanza di un modello molti dei suoi ritratti di Alice siano assolutamente sproporzionati; la testa decisamente troppo grossa e i piedi decisamente troppo piccoli.” 






Queste prime raffigurazioni, altamente figurative, lasciano piano piano il posto ad altre più astratte come nel caso delle opere di Salvador Dali’ e Yayoi Kusama.


Se si guarda ad esempio al Bianconiglio si vede come, nell’opera di Kusama, non resti che il buco della sua tana come varco verso il paese delle meraviglie ...


Oppure del Cappellaio Matto non resta che il cappello, o del bruco una manciata di funghi psichedelici.


Nel caso di Dali’ invece con il suo tratto surrealista indistinguibile restiamo tra il sogno e la veglia incapaci di aprire gli occhi e svegliarci.


Qualcosa di analogo succede anche per gli altri personaggi  importanti con cui si confronta Alice nel suo viaggio alla ricerca di se stessa. 


Nella versione di Alice nel Paese delle Meraviglie di Enzo Venezia edito da Edizioni Piuma,  fresca di stampa, abbiamo a che fare con un albo illustrato vero e proprio dove le immagini e il testo procedono di pari passo integrandosi a vicenda.


I colori sono abbaglianti e fannoda contrasto alle forme molto ben delineate e geometriche, lasciandoci di fronte ad una visione di Alice, che ha già attraversato lo specchio, molto razionale.


Il suo viaggio metaforico verso la maturità e’ un viaggio verso la consapevolezza e la razionalità.






Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. Questo libro ha segnato la mia vita. Per me è un libro che non può mai mancare ovunque io vada ❤️

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  3. Adoro i libri illustrati. Questo è uno dei miei preferiti

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  4. Questo è uno di quei libri classici che devo assolutamente recuperare quest’anno, infatti mi sono già comprata il libro 🥰✨

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