“Quanto è cambiata la figura del papà da una generazione all’altra?”
Se penso a mio padre e a mio marito, il padre dei miei figli, la differenza è sostanziale.
Provo a sciogliere questa idea attraverso i libri che ho scelto e che potete vedere in foto.
Inizio da “Splendi come vita” di Maria Grazia Calandrone. In realtà questo libro tratta del rapporto madre-figlia, ma c’è un intero capitolo dedicato al Padre.
Che anzi rappresenta l’unica certezza.
Anche se adottivo, perché è adottivo.
“Padre mi dà uno schiaffo, perché attraversando
Piazza Ragusa, gli dico Che, sei scemo?
E’ il primo schiaffo della mia vita, il secondo e
ultimo me lo darà il padre dei miei figli, tante vite
dopo nella stessa vita.”
Parlando padri adottivi come si può non pensare a “Papà Gambalunga” di Jean Webster del 1912?
Questo papà, uno dei papà adottivi più noti della storia della letteratura, non tira schiaffi in senso fisico, ma semmai in senso simbolico, ricalcando il modello stereotipato dei rapporti di genere tipici della storia occidentale. Judy la figlia adottiva, viene scelta, selezionata, educata secondo determinati precetti e poi infine diviene amante e moglie.
La sua funzione è quella del “benefattore-controllore”, veglia sulla giovane senza farsi vedere, imponendo una direzione e seppur lei riconosca la sua intenzione impositiva alla fine che fa? appunto lo sposa.
Ora, sperando che non vi venga il mal di testa, torniamo ai giorni nostri.
Chi è il padre oggi?
Chi è l’uomo?
Nel saggio di Jannini “Uomini che piacciono alle donne” che fa una panoramica attualissima del ruolo del maschile all’interno della coppia eterosessuale, trattando una vastità di temi notevoli quali “l’attrazione, il corteggiamento, il colpo di fulmine, il tradimento”, non prende minimamente in considerazione il ruolo del partner come padre.
Devo ammetterlo, ci sono rimasta malissimo.
Passo ora alle mie scelte di libri per bambini:
“Le esplosive avventure del Professor Berillo” in realtà il protagonista è un professore, chiaramente single e non un padre, ma perpetua l’immagine maschile e un po' stereotipata dell’uomo-scienziato.
Che sia ancora così mi stupisce in effetti.
Invece, arrivando infine a “Il mio Papà è fantastico!” di Roald Dahl nella sua bellissima edizione cartonata a prova di qualsiasi due-enne, come viene presentato il papà?
Il papà fa divertire, gioca, fa persino i dispetti come uno “Sporcello”, ma ciò che più di tutto lo caratterizza è il fatto di esserci.
“Sarà
SEMPRE
con me,
e io sarò con lui.”
Senz’altro si avvicina e diminuisce la distanza nel rapporto padre-figli.
Ora però voglio tornare all’inizio di quello che ho scritto ed evidenziare che in effetti in queste proposte non siamo poi usciti più di tanto dallo stereotipo della figura del padre tipica della nostra società fino almeno agli anni ‘80-‘90 del ‘secolo scorso. Certo, con le debite eccezioni.
Si resta in qualche modo ancorati allo stereotipo della “valigetta” per intenderci.
Quello stesso stereotipo che si ritrova ancora in tantissimi albi illustrati destinati ai bambini di età prescolare, in cui il papà appunto va al lavoro e ha la sua valigetta e la mamma ha il grembiule.
Per questo infatti vedete questi libri in una valigetta.
La vera differenza, e le proposte per bambini che riescono veramente ad uscire dalla figura stereotipata del padre, ma anche del maschile in generale, secondo me sono quelle che mettono al centro il tema della CURA e mettono in luce il fatto che oggi il papà si prende cura dei propri figli tanto quanto la mamma.
Almeno a casa mia è così.
E anche nel libro di Gio Evan “I ricordi preziosi di Noah Gingols” in cui papà Gin semplicemente cura e medica il piccolo Noah quando si spacca uno dei due palchi (è una renna) e poi gli spiega che le cose che abbiamo diverse dagli altri non sono difetti, ma caratteristiche.
“Vedi Noah, adesso anche tu sei entrato a far parte delle persone uniche. La vita ti ha tolto un palco, ma ti ha dato in campo una cosa più grande, quella di poter essere raro. E così magari un giorno che sarai lontanissimo, noi ti riconosceremo senza troppe difficoltà, perché come te, con un palco solo, non c’è nessuno.”
Allora i papà di oggi non solo ci sono, ma rassicurano, nel senso che si prendono cura affianco alle mamme, mettendo un braccio sulle spalle dei loro figli “come se fosse una sciarpa pronta a riparare da un inverno in arrivo.”
Il papà è sempre il papà
RispondiEliminaCi sono alcuni grandi papà...
RispondiEliminaBisogna rifare il giusto valore alla figura del papà ovvero una figura di riferimento tale è quale alla mamma che può prendersi cura del figlio così come si prende cura la madre
RispondiEliminaInteressante discussione. Se penso a mio padre, lui sicuramente è molto attuale anche se appartenente ad un'altra generazione e l'ho sempre trovato unico per questo.
RispondiEliminaBellissima riflessione sul papà nel corso del tempo! Il papà per me è molto importante, sono molto legata a lui e nonostante molte nostre divergenze, è fantastico!
RispondiEliminaMi piace moltissimo questa riflessione sui papà, per me è molto importante, mi è stato molto vicino e mi ha capita in momenti in cui nessuno sembrava capirmi!
RispondiEliminaInsomma w i papà💕
Una discussione davvero molto importante, come il ruolo del papà d'altronde!
RispondiEliminaChe bella questa riflessione sui papà. Bravissima. Sempre molto interessante
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