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"Il giardino dimenticato", quando spuntano le "ali". Intervista all'autrice


Il giardino dimenticato è un testo poetico in tutto e per tutto già solo dalla scelta della carta che sembra essere antica, ruvida al tatto, quasi ingiallita.
Con scritte eleganti e magnifiche illustrazioni per sognare la natura in tutto il suo magnifico splendore.
Topoi e simboli archetipici ci accompagnano pagina dopo pagina alla scoperta di un giardino ai confini con la città, in qualche modo facilmente raggiungibile, ma al contempo precluso a chi l’ha dimenticato.
Ricordandoci almeno nei sogni che cultura e natura non possono e non devono essere separati. Non c’è cultura senza natura, non c’è progresso senza radici.


Intervista all'autrice Carlotta de Melas:

1. Alcuni personaggi della storia come la bambina abbandonata, il cane e il giardiniere hanno a mio avviso un profondo significato simbolico, puoi dirci qualcosa di più a riguardo ?⁣

Raccontano di noi stessi e delle nostre emozioni, soprattutto della paura, ma al contempo parlano del bisogno di cura e di essere amati.
Il Giardiniere, mentre pensavo a lui, ancor prima di raccontarlo su carta, lo immaginavo come il saggio leone Aslan di Narnia, però in versione umana. Colui che sopravvive al freddo, alle ingiustizie, colui che tutto sa, che scompare per poi ritornare quando il mondo ha più bisogno di lui. 

2. Quanto è importante oggi trasmettere l’amore per la natura?⁣

C'è sorta di ritorno al "mondo verde", che però si contrappone a una società spesso distratta, in cui è facile dimenticarsi il vero valore della bellezza e della semplicità di quello che ci circonda.
Seguo con grande attenzione, per esempio,  la nascita di tanti asili e scuole primarie outdoor  e questo mi rende molto felice. Immaginare bambini, per esempio, che imparano i cicli della vita osservando farfalle e denti di leone, che imparano i nomi degli alberi o dei fiori più comuni, che leggono seduti sotto gli alberi, che costruiscono rifugi è una vera rivoluzione. 
La natura è una grande maestra. Intorno ai sei anni i bambini hanno costruito parte della loro responsabilità e cominciano a farsi grande domande sui perché del mondo. In quel momento comincia una sorta di educazione cosmica, fatta di osservazione, scambi e interrelazioni con il mondo. Sarebbe bello offrire a ciascun bambino la possibilità di sperimentare il mondo della natura, donare a loro, questa possibilità.

3. Cosa consiglieresti alle famiglie che vivono nelle città per non dimenticare la natura?⁣

Leggere libri sulla natura, quando è possibile organizzare brevi gite al parco, regalare  ai bambini una pianta di cui dovranno prendersi cura, ma più di ogni altra cosa dare il buon esempio.
Ogni giorno, anche in città, si può "sposare una buona causa".
4. La natura e la fantasia sono collegate? Quando spuntano le “ali”?

La natura è una grande fonte d'ispirazione per raccontare storie e colorarle con la fantasia.
Quando ero piccola sono stata, per un pò di tempo, con la mia famiglia nel sud est asiatico. Sento il profumo di quella terra dentro di me, nonostante siano passati anni. Tanti anni.
Ricordo il verde. Il selvaggio. 
Le "ali" spuntano così. Quando ascoltiamo i bambini intorno e a noi e invitiamo il bambino che siamo stati a giocare con loro.
Un girotondo in cui capovolgiamo i tempi e le geografie e ridiamo...e facciamo grosse pernacchie agli adulti "grigi".




Commenti

  1. Fai sempre domande interessanti, grazie per quest'intervista

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  2. Sono sempre molto coinvolgenti le tue interviste

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  3. La natura va sempre preservata anche con piccoli gesti quotidiani 🍀

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  4. Bellissima l'immagine delle ali che spuntano quando si ascoltano i bambini e la loro fantasia

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  5. Che bella foto e che bella intervista! Domande non banali e adatte.

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  6. la natura è un bene prezioso e va preservata

    RispondiElimina

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