Questo libro parla a tutte le donne, perché tutte le donne in un modo o nell’altro, prima ancora di essere donne sono state figlie.
Questo certo vale per tutte le persone, perché tutti in qualche modo, dal momento che veniamo al mondo siamo figli di qualcuno.
Anche e soprattutto se veniamo adottati.
Forse in questo caso siamo doppiamente figli.
Ma non voglio divagare.
Il punto per l’autrice non è affatto questo, perché benché la sua storia sia un fatto di cronaca e sia stata appunto adottata, dalle sue parole emerge chiaramente che per lei non è mai stato una questione di contrapporre la Mamma Vera a quella adottiva. Anzi.
Un amore profondo e viscerale l'ha da sempre legata alla sua mamma. Un amore indissolubile così totale e totalizzante che porta per forza ad una delusione.
Il fatto che mi sono chiesta leggendo i libro, dove ogni pagina, anzi ogni riga regala una poesia, è quando è possibile sganciarci dal nostro ruolo di figlie?
Intervista a Mariagrazia Calandrone:
1. Leggendo il tuo libro ho avuto la sensazione che le parole prendessero forma di immagini, rendendo corporeo il significato ( che per antonomasia non lo è). Mi ha colpito molto la frase che cito sotto. Potresti dirmi quale è secondo te il rapporto tra parola e immagine?
“Con la matita non fermo le voci. La voce di Mamma, che mi orienta tra le ombre oblique della grande campagna zuccherina. Ne’ il ronzio delle api sotto la pergola. O l’odore dell’uva appena spremuta. (...) A questo servono
le nostre parole della sera, questo mondo inventato dalle origini.”
le nostre parole della sera, questo mondo inventato dalle origini.”
La differenza tra parola e immagine è la musica. Certo, si può immaginare anche il canto di un quadro o di un disegno, ma la parola canta di per sé, la possiamo ascoltare. Con la parola possiamo suscitare canto e visione, difficilmente l'immagine si trasforma in parola: se lo fa, lo fa in chi è predisposto, sensibile o abituato alla traduzione del mondo in parole. In particolare la poesia ha la capacità di diventare tridimensionale, grazie proprio alla sua forza musicale, che evoca il mondo.
2. In quanto madre ho sempre paura di sbagliare. Ho vissuto come figlia ciò’ che tu chiami il Disamore... secondo te si può evitare nel rapporto madre figlia/ figlio o e’ in qualche modo fisiologico e parte dell’Amore?
Credo sia fisiologico, ma credo che il fatto stesso di interrogarsi sui propri errori cancelli una gran parte degli errori che faremmo spontaneamente. Il rischio è riprodurre sui figli quel che abbiamo vissuto, ma possiamo prestare attenzione agli automatismi, possiamo interrompere la catena del disamore, soprattutto comprendendo le motivazioni che hanno spinto i nostri genitori a disamarci, se lo hanno fatto.
3. Come ti senti ad essere arrivata tra i 12 finalisti del premio strega?
Stupita e curiosa. Non credo che andrò oltre perché il mio libro è un'anomalia, quasi più poesia che prosa, prosa rinnovata dalla poesia e questo è un premio per la narrativa. Essere dentro lo Strega fa parte delle cose miracolose che stanno accadendo intorno a questo libro, per le quali sono continuamente grata.
Vi lascio una citazione poetica, per farvi anche capire percchè ho scelto la foto sugli scogli:
"Ma la vita ci ignora, ignora soprattutto i pregiudizi e l'ovvio. Tutto cicatrizza a nostra insaputa.
Le ferite si aprono e si chiudono come valve nel fondo del mare della dimenticanza, gli episodi sommersi lampeggiano, mentre la nostra superficie agisce, compra una giacca di vellutto liscio color granata, fa benzina.
Mentre scendiamo dall'autobus con le buste
della spesa
il mare, sotto, muove la misura gigantesca,
manovra le sue leve nell'olio azzurro del Tempo.
E noi, in alto, splendiamo."
Lo metto subito in lista, quest’anno non ho letto nessuno dei libri candidati al premio
RispondiEliminaStrega
Dopo questa intervista, mi hai convinto. Finisce dritto in Wish list dato che non avevo ancora deciso la mia lettura tra i candidati
RispondiEliminaDomande sempre azzeccate e interessanti 🧐🤩
RispondiEliminaIntervista molto interessante come sempre
RispondiEliminaUn'intervista che mette in risalto la sensibilità dell'autrice.😊
RispondiEliminaUn'intervista che mette in risalto la sensibilità dell'autrice.😊
RispondiEliminaUn'intervista che mette in risalto la sensibilità dell'autrice.😊
RispondiEliminaQuesta intervista è interessante come sempre. Bravissima, poni delle domande mai banali
RispondiEliminaIl libro sembra interessante e l'intervista è molto bella!
RispondiEliminaQuando la gente capirà che l'istinto materno è un costrutto sociale, allora forse sarà capace di comprendere maggiormente le difficoltà di una madre e l'impotenza nel non poterne spesso parlare
RispondiEliminaBellissima intervista e le domande sono molto interessanti!
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