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UN LABIRINTO IN MARE


I miti col loro fondo di verità e leggenda non sfuggono alla deformazione dei racconti, agli inganni che gli uomini aggiungono e amplificano.”



Un labirinto in mare di Matteo Pizzolante mette in scena in una Grecia lontana l’eterno incontro-scontro tra logos e mythos: in altre parole tra ciò che è razionale e ciò che invece non lo è. Nel labirinto di Asteronte, il Minotauro, luogo mitico e ancestrale legato agli abissi della mente umana, metafora della nostra corruttibilita’, sono solo le parole - il logos - appunto, a creare la realtà.



“Le parole sono il suono per far vibrare il mondo e le sue Cose. Con tutte le parole del mondo io potrò costruirlo qui, il mio mondo, fatto di parole che prendono vita, che volano o scavano o nuotano e tutte col proprio colore o luogo.”



Il protagonista è Ipnomaco anziano pescatore-spettatore e fanciullo innocente. L’unico che   spinto dalla curiosità di bambino finisce nel labirinto del Minotauro e riesce a sopravvivere all’atrocità dell’incontro con l’impossibile. Ovvero: la pretesa del Minotauro, creatura mitologica per eccellenza, di impadronirsi attraverso le parole delle sue malcapitate vittime della Storia, intesa qui come rappresentazione umana oggettiva e oggettivante della realtà.


Lo so, qui siamo nell’ambito della filosofia pura: infatti il nostro protagonista e’ anche paragonabile all’oltreuomo nietzscheano, in quanto è in grado di sopportare il peso dell’eterno ritorno. 


La sua vita e’ la preparazione e ripetizione di altre vite. Nello specchio del tempo si riflette nel giovane Eurimaco che, cantando le gesta del Minotauro, finirà per essere catturato dai pirati.


Come se solo lo scontro con l’alterità renda infine la vita degna di essere vissuta, da qualsiasi punto di vista la si guardi. 

Dialettica degli opposti e reciproco superamento: 

Mythos e Logos.

Logos e Mythos.



Passando alla narrazione, l’autore riesce a trasportarci nel mondo greco grazie al filo di Arianna di una prosa quasi poetica che riesce ad arrivare dritto al lettore.


Non mi è del tutto chiaro se gli Inframmezzi, che si trovano tra i capitoli, del resto molto brevi e concisi, restano mero esercizio di stile, o se aggiungono poesia al racconto.


A voi il giudizio, ve ne lascio un breve estratto: 


“Lo specchio non rifletteva qualche cosa. Lo specchio rifletteva Tutto. Ora la bava del tempo lo chiazza. Lo ossida. Se ne nutre leccandolo, come capra sul sale. La capra del tempo e il suo sale. 

Sale del mare portato a riva, lasciato a riva, formatosi al limite.

Il sale è il limite del mare tra gli specchi e tutto il resto. Tutto.”

Commenti

  1. Un titolo sicuramente diverso ed enigmatico. Sono un po' in forse sul fatto che mi piaccia o meno.

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  2. Il tema del labirinto è uan cosa che mi affascina molto. Se poi paragoni le sensazioni a quelle di Piranesi, mi hai conquistato 😍

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  3. Un libro particolare e interessante! La tua recensione mi è piaciuta! Grazie per avercelo portato sul blog 🤩

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  4. Non è un genere a cui vado molto appresso, ma sembra una lettura interessante!

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  5. Sembra interessante ☺️ Anche se credo non faccia per me 🙈

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  6. Penso che lo leggerò perché potrei preferirlo a Piranesi. Qual è stato pubblicato prima?

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    1. Ciao cara ! Senz’altro questo! Comunque il collegamento l’ho fatto io ... ed e molto sottile e legato all’aspetto più filosofico dei due libri . Devi saper che questo non è per nulla fantasy ma realista ! Un abbraccio

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    2. Ciao cara ! Senz’altro questo! Comunque il collegamento l’ho fatto io ... ed e molto sottile e legato all’aspetto più filosofico dei due libri . Devi saper che questo non è per nulla fantasy ma realista ! Un abbraccio

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  7. Penso che lo leggerò perché potrei preferirlo a Piranesi. Qual è stato pubblicato prima?

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  8. Mi è piaciuto piranesi quindi mi potrebbe piacere anche questo, grazie

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