Quale è il confine tra assenza di senso materno e psicopatia?
Il senso di colpa che ci attanaglia, dal momento in cui nasciamo. Inizialmente, in quanto siamo figlie e non riusciamo a corrispondere alle richieste dei nostri genitori, e poi quando cresciamo e diventiamo madri e ancora non riusciamo a corrispondere all’esigenze della nostra stessa creazione.
La capacità di gestire questo senso di colpa - che altrimenti ci assilla assumendo magari la forma di un viscido uomo che ci guarda dall’altro lato della strada tutto sudicio e sudato nella sua smunta maglietta rossa, come nel caso dell’allucinazione della protagonista Ella - , è ciò che fa la differenza.
Altrimenti il senso di colpa diviene l’unico padrone della nostra vita.
Il senso di colpa, quando si configura nella necessità di essere madri per essere riconosciute come donne, è ciò che a mio avviso spinge persone che magari non ne avevano alcuna intenzione a generare figli e poi alla fine a non sapere che farsene.
E non si tratta di qualche difficoltà con i problemi classici dei neonati o dei bambini, il non mangiare, l’assenza di sonno, la fatica, ma dell’incapacità strutturale di accettare che qualcosa non stia andando nel verso giusto.
La mancanza del controllo totale. L’impossibilità di avere il controllo totale.
Non importa quello che fai e come lo fai, qui è un’altra vita umana a decidere. Un’altra Persona.
Allora un semplice pianto diviene un fiume in piena capace di travolgere, questa donna già schiacciata dal senso di colpa e la sua frustrazione si trasforma in cieca follia omicida.
Penso che il fatto che queste donne
siano libere di girare e procreare,
scompensando generazioni future,
sia qualcosa da denunciare.
E non si tratta qui di dare un giudizio morale,
ma di un’urgente constatazione.
Penso che questo è ciò che ha fatto con eleganza e distacco e completamente senza giudizio, nel suo romanzo, Susy Galluzzo.
Oltretutto con uno stile coinvolgente e una prosa scorrevole.
Intervista a Susy Galluzzo:
Questa è la mia intervista per te:
1. Come nasce questa storia, ci sono aspetti autobiografici?
Gli aspetti autobiografici sono custoditi nella parte diario. Ho iniziato a scrivere questo romanzo dopo la scomparsa di mia madre e, di conseguenza, tanti pensieri della protagonista e tanti suoi ricordi di infanzia mi appartengono.
2. Quale è per te la differenza tra assenza di senso materno e psicopatologia?
Non sono un’esperta, non posso rispondere a questa domanda. Ciò che posso dire è che io non ho voluto descrivere né l’assenza di senso materno né tanto meno una psicopatologia, ma qualcosa che può capitare, che può appartenere alla quotidianità di ciascuno di noi.
3. Chi o cosa rappresenta il signore con la maglia rossa?
Il signore con la maglia rossa è un’allucinazione che rappresenta la coscienza della protagonista; compare, infatti, ogni volta che i sensi di colpa e la paura di aver sbagliato hanno il sopravvento su di lei.
4. Quale è il messaggio del tuo libro?
E’ un invito alla comprensione, all’autocomprensione soprattutto, all’accettazione di se stessi e del fatto che il provare, in alcune circostanze, sentimenti ritenuti inaccettabili, il prevalere di un lato meno nobile, non deve segnare una nostra condanna.
5. Pensi di scriverne altri sul tema della maternità?
Ciò che mi interessa è affrontare altri temi poco esplorati, o, comunque, rappresentati sotto una lente “politicamente corretta”, parlarne in modo vero, sincero, senza giudizi.
Bellissimo messaggio che l’autrice ha voluto dare attraverso il libro, del accettazione di se stessi. Intervista interessante complimenti
RispondiEliminaBellissima intervista!
RispondiEliminaTuttibibpodt che ho visto su questo libro mi hanno convinta a leggerlo, nonostante sia abbastanza fuori dalla mia comfort zone
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