Leggere per leggere e’ un libro che sostiene con fermezza la necessità non tanto di leggere, ma di leggere libri di qualità. E questo vale a tutte le età. Infatti parte dal presupposto secondo il quale non basta che i ragazzi leggano, ma che leggano libri “selezionati”.
Neanche per i giovani può e deve valere la frase “basta che leggano”, come invece spesso avviene quando si propongono a questa fascia d’età, così importante per la formazione di un individuo, libri e saghe ad alta leggibilità, banalizzanti e con personaggi stereotipati.
La parola d’ordine dunque è “selezione” come afferma l’Associazione Hamelin facendo riferimento già a Franz Kafka, il quale, in una lettera a Oskar Pollak del 1904, scrive della necessità che i libri siano per chi li legge come un pugno in testa.
“Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?”
Libri che abbiano una forza scardinante dunque. E non centra col genere preferito. Infatti i libri consigliati spaziano dal fantasy alle graphic novel, di cui tra altro si possono trovare alcune bellissime tavole, al thriller e così via.
Il filo conduttore? E’ la figura dell’eroe. Perché l’adolescenza è un’età eroica, un’età di passaggio, celebrata in tantissime culture con riti appositi e dimostrazioni di forza sia fisica sia morale.
E perché no, viene celebrata anche nei libri. A proposito, Rachele Bindi individua quattordici figure eroiche corrispondenti a certe specifiche tipologie di libri.
Queste figure hanno un polo positivo e uno negativo e possono sempre modificarsi o sconfinare le une nelle altre in base a ciò che generano nella psiche del lettore.
Domande a Rachele Bindi co-autrice del libro e libroterapeuta:
1. Puoi raccontarci qualcosa di più sulla libroterapia?
Potrei parlarne per ore e per migliaia di battute, ma in sintesi la libroterapia è una metodologia di utilizzo del libro di narrativa che porta il lettore a conoscersi meglio, possiamo dire ad imparare a leggersi e quindi promuove l’individuazione, la crescita personale ed il benessere psicologico. Il mio riferimento teorico è la psicologia analitica, che vede come unica possibilità di felicità per l’individuo il riuscire ad avere un buon rapporto con il proprio daimon, quell’istanza interiore che ci spinge a diventare noi stessi.
2. Come è nato questo libro? E la collaborazione con l’Associazione Hamelin?
L’idea del libro è stata di Luigi Spagnol, che conoscendo me ed il lavoro di Hamelin ha pensato a Leggere per Leggere e ne ha posto in essere il primo seme. Io conoscevo già l’associazione per aver collaborato insieme ad alcuni progetti con il Cepell, hai presente quando incontri persone con cui c’è affinità? Ecco, è successo da subito, veniamo da mondi diversi ma abbiamo molto in comune e riusciamo a dialogare in modo sempre fecondo.
3. Cosa consiglieresti a chi ha a che fare con ragazzi che
non vogliono leggere? Come invogliarli alla lettura?
Spesso ci si dimentica il motivo per cui il lettore forte legge, che è il piacere. E per far provare piacere nella lettura non basta dire “Leggi!”, non basta dire che fa bene, che è utile o importante. Dobbiamo capire cosa piace davvero alla persona che abbiamo davanti, riuscire a far “assaggiare” letture diverse per capirne i gusti e per avvicinare alla lettura. Detto ciò conta l’esempio, conta il modo in cui si parla di libri e di storie con quella persona, trasmettere la “lettoritudine” non è sempre facilissimo, a volte ci dobbiamo ingegnare in modi diversi e creativi.
4. Quali sono, sempre pensando in un’ottica di educazione alla lettura per preadolescenti e adolescenti, i libri assolutamente da non leggere ?
Non esiste secondo me un elenco dei libri “inutili” o da evitare, nella molteplicità delle proposte c’è la possibilità di trovare il libro giusto per quella ragazza o quel ragazzo che sembra non appassionarsi a niente. Se penso a me come lettrice, mai accetterei di dover evitare un testo, ognuno deve poter scegliere liberamente. Noi abbiamo selezionato i testi anche in base all’esperienza estetica che offrono al lettore, nella convinzione che un libro bello invogli a leggerne ancora, ma non vieterei mai un libro, anche brutto, ad una ragazza o ad un ragazzo che lo abbia scelto da solo. Magari potrei provare a consigliare cosa leggere dopo…
Le tue interviste sono sempre molto interessanti!
RispondiEliminaQuesta intervista è stata molto interessante. Condivido la maggior parte delle vostre idee
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