Bam, bam, bam quando un libro bussa prepotentemente alle porte dell’inconscio collettivo.
E parlando di se’ la scrittrice parla anche di te,
o almeno di me.
Questo perché esiste una ragazza trasversale. Un’idea di ragazza che abbiamo rappresentato tutte. L’esclusa, brutta, deforme, grassa, cattiva, lesa, quella facile (e non peggio: la puttana). L'eterna adolescente.
E sono una che non ama le autobiografie, ma in questo caso (a parte il fatto che questo libro mi ha chiamata insistentemente) sono costretta a ricredermi. Anche perché, forse, non lo è.
Semplicemente perchè non può esistere una storia personale, di una sola donna, che non appartenga in qualche modo anche alle altre.
Quindi continua fusione tra l'Io e il Tu.
Il sospetto che l'Io sia migliore del Tu. Sospetto evidentemente infondato, così come la sottile differenza tra intelligenza e stupidità, bene e male, vero e falso.
Vanificazione di ogni dualismo.
Quando e’ che l’intelligenza diventa cattiveria, secondo voi? Si possono effettivamente confondere i due termini? Io penso di sì.
Ma forse perché sono cattiva.
Cattiva come te, protagonista (ti chiamerò Teresa). O come Livia? O Federica?
“Barlume di cattiveria, la tua cattiveria era mascherata da bontà.”
Nel senso che c’è continuamente questa equazione: intelligenza sta a cattiveria come ritardo mentale/ stupidità sta a bontà. Teresa contro Livia. Teresa contro Livia e Federica, Teresa contro tutti.
Ma tale equazione viene continuamente analizzata, dilaniata, dissezionata, ribaltata, capovolta, alterata, annichilita.
Nel senso che tu lettore, o meglio io lettrice, alla fine dubito pure della mia di cattiveria, o intelligenza, o stupidità.
E forse auspico un’occasione di espiazione. Quanto e’ potente questa parola? ‘Espiazione’
Senz’altro ti fa sentire meno sola.
Fino alla svolta. Una domanda persistente, da pagina 164 ( più o meno): “dove e’ finita Federica?”
Sovrapposizione di vittima e carnefice.
Come solo può esserlo una madre.
"Se da sola sono stata una persona terrorizzata, da madre no.
Lasciatemi ovunque, di fianco a mia figlia addormentata e non arriverà nessuno."
Ma che articolo super interessante e ben scritto, complimenti
RispondiEliminaPensa che anche io, non leggo molto le biografie; invece mi hai fatto ricredere con le tue parole su questo libro
RispondiEliminaIn realtà non è per niente un autobiografia, però questa cosa contribuisce molto a creare l'inganno letterario che mi ha così intrigato circo il tema della soggettività della verità.
EliminaSembra un bellissimo libro in cui il lettore può riconoscervi sè stesso!
RispondiEliminaI libri che mi fanno dubitare pure dell'aria che respiro sono tra i miei preferiti
RispondiEliminaHo sentito parlare molto di questo libro, ma non mi sono mai soffermata a guardare di preciso di cosa trattasse. Questo tuo post però mi ha incuriosito molto!
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