Appena arrivata al Salone del libro di Torino, ho avuto il piacere di conoscere la scrittrice, formatrice aziendale, attrice e copywriter, Desy Icardi. Abbiamo chiacchierato un po' e devo dire che è stata molto disponibile e accogliente verso tutte le mie domande, che vi riporto qui di seguito, cercando di restare il più possibile fedele alle parole dell’autrice:
1. Per Fazi editore hai già scritto due romanzi e sta per uscirne un terzo, cosa hanno in comune? Puoi dirci qualcosa di più su queste pubblicazioni che già solo dalla copertina e dal titolo hanno un evidente filo conduttore legato all’amore per i libri?
Questi primi tre libri fanno parte di una pentalogia, cinque libri in cui i sensi hanno un ruolo fondamentale. Si tratta di storie di realismo magico legate alla sensorialità. Nelle crepe, nelle pieghe della realtà entra la magia. Magia che può essere legata ad un “dono” che, nel caso del primo libro L’annusatrice di libri, si declina nella capacità della protagonista, Adelina, di leggere attraverso l’olfatto, annusando tra le righe il profumo delle emozioni provate dai lettori passati. Mentre nel caso della protagonista del secondo romanzo, La ragazza con la macchina da scrivere, il tatto prende il posto della memoria per l’anziana Dalia. Il terzo libro, La biblioteca dei sussurri, in libreria dal due dicembre, sarà dedicato all’udito.
Come grande anticipazione, posso dirvi che i prossimi due libri della pentalogia, saranno dedicati rispettivamente alla vista, storia già quasi pronta, e al gusto, che è ancora in via di sviluppo.
Filo conduttore dei cinque libri, oltre la rilevanza sensoriale è l’amore per i libri. C’è sempre una protagonista femminile che troverà la possibilità di farsi valere grazie alla lettura e il co-protagonista maschile rappresentato dalla figura dell’Avvocato Ferro, l’anima del lettore del passato, che ha anche un suo ruolo da protagonista nello spin-off al primo libro, Il fantasma del lettore passato.
2. Puoi dirci qualcosa di più riguardo ai tuoi personaggi femminili? Ti definiresti femminista?
Sì, anche se oggi, alle nostre latitudini, si può dire che le pari opportunità esistono abbastanza. Quello che faccio è raccontare di donne di altri periodi storici passati, per far vedere cosa abbiamo dovute passare per arrivare dove siamo. Come nell’esempio di Dalia, protagonista di La ragazza con la macchina da scrivere, si sposa non per amore, ma perché non ha alternative. Donne che hanno avuto meno scelte di noi e che comunque ce l’hanno fatta.
3. Chi è l’Avvocato Ferro e cosa rappresenta per te?
L’Avvocato è per eccellenza una figura del passato autorevole. Me li ricordo in giro per le strade di Torino, come anziani distinti sempre con il cappello e il cappotto, sempre vestiti alla moda di venti anni prima. Nel personaggio convergono incontri dalla mia infanzia, come un anziano vicine di casa in vestaglia, una persona umile che viveva in soffitta, e che cercava di propinarmi testi politici anarchici e da cui scappavo peggio di Amalia. E’ un miscuglio d tante persone che ho visto anche nelle biblioteche, quando ancora potevo frequentarle. E’ una figura maschile quasi androgina, un anziano appunto, per nulla un maschio alfa per intenderci.
4. Anche in considerazione della tua storia personale, per la quale rimando al tuo bell’articolo, cosa diresti a chi soffre di disabilità sensoriale, che messaggio vuoi dare attraverso le pieghe dei tuoi libri?
Innanzitutto la disabilità non è un dono, e non credo nemmeno alla diversa abilità. Nei miei libri non parlo di disabilità sensoriale, ma piuttosto di modi diversi di utilizzare i sensi. Si tratta di possibili tà legate alla sfera del pensiero magico, e anche un tentativo di percepire la realtà non solo attraverso il senso della vista che è quello più utilizzato nella nostra società, in cui siamo tempestati dalle immagini. Probabilmente, in questa concezione vi è l’influenza degli archetipi e delle corrispondenze tra simboli di C. G. Jung.
Per me la disabilità è qualcosa di molto concreto, non rappresenta una possibilità di rivalsa, ma uno scoglio, un impedimento forte, un trauma che costituisce la possibilità di pensare a noi stessi da un punto di vista duplice, un prima e un dopo. Dopo aver subito un grosso trauma si tende a fare il prima e il dopo, e così come nel caso della protagonista di La ragazza con la macchina da scrivere, Dalia, avviene come uno sdoppiamento del’Io.
Ciò che resta certo è che chi ha una disabilità sensoriale si deve impegnare di più, molto di più rispetto a una persona normodotata. E sarà questo impegno, la necessità di essere più attenti e stare sempre all’erta, ciò che eventualmente potrà fare la differenza.
Che bello aver potuto incontrare l'autrice di persona! Inoltre gli argomenti trattati nel libro sono molto importanti 😊
RispondiEliminaBellissima intervista 😍 il primo libro l'annusatrice di libri mi era piaciuto molto. Spero di leggerlo presto anche la ragazza con la macchina da scrivere 😍
RispondiEliminaBella intervista
RispondiEliminaNon ho letto nulla dell'autrice anche se le copertine dei libri mi attirano parecchio! Bella intervista🥰
RispondiEliminaChe bella intervista 👏🏻👏🏻👏🏻
RispondiEliminaHo adorato entrambi i suoi libri 📚 lei è davvero magica
RispondiEliminaStupendo davvero averla incontrata ed intervistata!!!sono stata per la prima volta quest' anno al salone ed è stata un'esperienza unica.
RispondiEliminaGrazie per questa condivisione
RispondiEliminaUn’autrice che amo molto
RispondiEliminaImmagino l’emozione di aver conosciuto l’autrice e averla intervistata 🤩
RispondiEliminaUaoh che bella intervista 😍apprezzo il raccontare le storie di donne come esempio di cosa la donna abbia passato nel tempo per arrivare a dove è oggi
RispondiEliminaIncontrare le autrici di persona è sempre molto emozionante, a me è successo al salone del libro ed è stato straordinario. Bellissima intervista, come sempre, pubblicare con Fazi, poi, deve essere proprio una bella soddisfazione
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RispondiEliminaUn giorno vorrei andare anche io al Salone del Libro. Bella l'intervista!
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