Lydia Millet, Prendere o lasciare, Enne Enne Editore, Milano 2023
Il libro della Millet si impernia su una serie di quadri concatenati e al contempo slegati. Si procede nella lettura in maniera tutt’altro che lineare, saltando su linee di tempo e storie che si affacciano sulla vita di persone che al momento sembra di non poter spiegare. Le si recuperano invece magari due o tre quadri più in là.
È senz’altro una scrittura interessante che si serve della figura di un agente immobiliare che entra e esce anche inconsapevolmente dalle vite delle persone, a volte come vera e propria comparsa, in punta di piedi, e altre volte come protagonista. Ha un bagaglio di esperienze suo personale che suona autentico e coinvolge il lettore in maniera intelligente.
“In casa, ebbe la sensazione di straripare, di scoppiare. Non aveva le parole giuste, sempre che ci fossero. C'era solo il tempo che accelerava, il tempo che vorticava. No, non poteva essere, era un'idea sbagliata. Forse era solo perché sentiva di muoversi nel tempo, per una volta. Si procede allo stesso ritmo così a lungo che sembra di stare fermi, poi qualcosa cambia e all'improvviso la vita scorre veloce, precipita oltre. Non perché scompare, ma perché avviene. Adesso era a casa sua, e gli altri erano nella loro, e ora sapeva di essere una dei tanti. Era un'ape nella celletta di un alveare. O una stella in una costellazione. Mille punti di luce, aveva detto qualcuno. Ma erano molti di più.Era forse vero che quando ti senti così hai la sensazione che il mondo ti desideri, per una volta? Era per questo che tutti ne erano ossessionati?”
di Giovanna Bagnasco
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