“Sono Tollak di Ingeborg. Appartengo al passato.” Con queste frasi tagliate con l’accetta, capiamo sin dall’inizio con chi abbiamo a che fare. Tollak, il protagonista, ha una visione molto ristretta del mondo e della vita. Non lascerà mai la sua casa nei boschi del Vestmarka, cupi e selvaggi come lui. Per lui è impossibile capire chi se ne va, come i suoi figli, Hillevi e Jan Vidar. “Hillevi mi aggredisce. Da tempo siamo come due pietre, due pietre che cozzano l’una contro l'altra. Nessuno dei due vuole cedere e lo scontro continua, si ripete, va avanti. Non abita più qui da noi, non abita più in paese, non abita neanche più in città. Doveva andare a vivere a Oslo, nella capitale. Siede nel suo ufficio all’università, fa la ricercatrice , sostiene, scrive, dice. A mio avviso sta pisciando su tutto quello che hanno costruito i suoi antenati. Le sue antenate. È così pazzesco che mi rifiuto di parlarne. Una volta ho letto uno di questi articoli che ha scritto. Avevo comprato apposita
Questo blog nasce dalla mia passione per scrivere e per condividere le mie letture sia per l'infanzia sia per gli adulti nella ferma convinzione che nei libri vi sia un potenziale educativo immenso. Questa passione si innesta con un'altra passione, quella per la ricerca scientifica, che trova espressione nel mio progetto “Leggere al contrario: la potenzialità delle immagini nell’apprendimento inclusivo” in Consulenza Pedagogica per la disabilità e la marginalità sociale.