Un assassino ci deve essere per forza perché così ci si deve aspettare da personaggi di una trilogia di polizieschi intitolata “La serie di Copenaghen” come quella scritta da Katrine Enberg, di cui fanno parte nell'ordine: "Il guardiano dei coccodrill"i, "Ali di vetro" e l'ultimo, appena uscito, "Il porto degli uccelli". Abilmente nascosto tra potenziali assassini, quello giusto si svela alla fine come spontaneo prodotto di trame malate, soprattutto famigliari perché il disagio serpeggia anche nelle migliori famiglie, nelle faticose pieghe di quelle dei cattivi e di quelle dei buoni, in parti uguali. Così come in “Ali di Vetro”, di cui qui si vorrebbe dare un assaggio senza entrare nella storia, anche il filo rosso degli altri libri è la famiglia, nelle sue fragilità, disavventure e responsabilità dove la figura della madre ne fa le spese. In questo libro è ridotta a una sorta di topos da psicanalisi, nudo nella sua ovvietà. All’inizio la madre l
Questo blog nasce dalla mia passione per scrivere e per condividere le mie letture sia per l'infanzia sia per gli adulti nella ferma convinzione che nei libri vi sia un potenziale educativo immenso. Questa passione si innesta con un'altra passione, quella per la ricerca scientifica, che trova espressione nel mio progetto “Leggere al contrario: la potenzialità delle immagini nell’apprendimento inclusivo” in Consulenza Pedagogica per la disabilità e la marginalità sociale.