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IL VIAGGIO DI HALLA

“Ma Uggi era sconcertato e le disse che le signore-drago, che erano comunque rare, stavano a casa a guardia del tesoro. Ora, questa è un’antica falsa credenza dragonesca dal momento che, in realtà, le signore-drago sono molto più feroci di chiunque altro, soprattutto quando hanno un nido pieno di uova. E, sebbene sia sempre negato, è noto che le signore-drago abbiano ucciso e mangiato altri draghi e, ciò che è peggio, preso i loro tesori.” Perché sono di spalle? L’autrice volente o nolente non tanto, o meglio non solo, attraverso lo svolgersi della narrazione, ma forse ancor più nello stile stesso della narrazione, lascia aperto un quesito che in realtà è una voragine. Questa favola magica fitta di colpi di scena, capace di tenere insieme antiche leggende nordiche e il mondo fantasy, ciela una forte critica femminista che rispecchia l’animo e l’impegno in questo senso dell’autrice.  Naomi Mitchison, infatti, ci lascia una protagonista senza volto. E’ vero che nel complesso i p

Le anime di Leggendra, intervista all'autrice Melania Fusconi

1. La protagonista del tuo romanzo Le anime di Leggendra . I cimeli ancestrali è una giovane ragazza di nome Alhena. Il fatto che il personaggio principale sia femminile è importante per te? È importantissimo! Ho scelto un personaggio femminile perché credo fermamente che le donne abbiano una grandissima forza interiore. La mia Alhena rappresenta tutta la determinazione che possiede una giovane donna, è in quell’età in cui è pronta a spiccare il volo verso la propria strada che la porterà a diventare una grande donna. 2. Alhena, sin dalle prime pagine, si ribella al ruolo assegnatole dalla società del Villaggio Celato in cui vive. Un ruolo strettamente legato al genere, per cui in quanto donna è giusto per lei fare determinate cose piuttosto che altre. Quando hai creato la tua protagonista avevi in mente dei valori specifici da trasmettere alle tue lettrici e ai tuoi lettori? Come ho risposto poco fa, volevo che chi leggesse sapesse che comunque e sempre siamo noi stesse/i a decidere

IL VENTO E IL SUO CAMPIONE: INTERVISTA A GIUSEPPE VALLERINI

“ In basso, poi in alto, dopo un attimo a sinistra. Quand’ecco che la luce dell’unico lampione che giungeva fin lì dalla strada illuminò a cinque metri da me il volto sporco de segnato di un barbone. Il mio Abate Faria.” Nella tragedia greca Euripide ha introdotto il deus ex-machina, che ala fine interviene a sistemare la sorte dell'eroe. Un concetto che mi ha sempre affascinato, non solo perché afferma la superiorità del caso sulla divinità, ma anche e soprattutto per la sua imprevedibilità. Questa imprevedibilità caratterizza la magia, i talismani, le streghe, la possibilità stessa dell’impossibile. Oppure se - come Giuseppe Vallerini ne  IL VENTO E IL SUO CAMPIONE -, guardiamo ad un grande classico quale Il Conte di Montecristo di Dumas, allora questa imprevidibilità che dà colore alla vita   la troviamo personificata nell’abate Faria, sotto forma di salvezza. Siete pronti a conoscere il vostro abate Faria? O l'avete già conosciuto? Ho il piacere di condividere con voi l&#