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Lasciami andare, intervista a Claudia Facchinetti

“ Lasciami andare ” di Claudia Facchinetti racconta cos'è successo al POD di orche arrivate al porto ligure inventando la storia di una quattordicenne che insieme a questi splendidi animali dovrà trovare la propria strada. … 1. Ciao Claudia, raccontaci qualcosa di te e e del tuo lavoro. Fin da bambina avevo tre passioni: gli animali, scrivere e disegnare. Ho scelto la prima e mi sono laureata in Scienze Naturali ma ho subito capito che non era la mia strada. Non sempre quello che amiamo è quelli che ci riesce meglio. Così sono tornata alla mia seconda passione, scrivere, e ho scoperto che potevo usarla per parlare di animali, natura e scienza. Sono diventata giornalista e scrivo libri “bestiali” con l’obiettivo di avvicinare i lettori al mondo naturale, appassionarli e spingerli a mettere in atto comportamenti più sostenibili. Ogni tanto poi tiro fuori matite, pennelli e colori e ovviamente disegno e dipingo animali! 2. Come è nata la teoria di “Lasciamo andare”? Ho seguito la vice

Cosa mi dice il mare, recensione e domanda all'autrice Lorenza Stroppa

Ho sempre collegato il concetto di madre alla terra, la Madre Terra, dal latino mater, materia, qualcosa di terreno e ctonio, contrapposto al cielo. In questo libro per la prima volta ho visto il mare nella madre, senza la “d” che ha perduto nell’acqua insieme alla millenaria dicotomia che solo la terra ha col cielo. Effettivamente nell’orizzonte marino tutto si fonde, e diventa difficile distinguere il blu del cielo da quello del mare.  “Ci sono due parole che hanno il mare dentro, colmare e calmare. Lo sai perché?” “Perché il mare calma l’animo e colma e riallinea lo spirito...” E’ da un po’ che non leggevo un libro così. Così  intenso, graffiante, intimo, come piacciono a me insomma… Ci troviamo di fronte ad un POV duplice, quasi un dialogo muto tra madre e figlio, o meglio un epistolario. Un intreccio in cui  non c’è contrapposizione, non c’è dualismo tra maschile e femminile o adulto e bambino: i generi sono fluidi non sono importanti, così come i ruoli standardizzati che perdono

La saga dei Florio: catena e libertà

Il mare, è ciò che i Florio hanno nelle vene. E’ dal mare che viene la loro ricchezza, tutto ciò che ha reso il loro nome e il loro patrimonio parte della storia di Italia. Sono arrivati a Palermo dal mare, sul quale trasportavano le spezie che hanno fatto grande la loro aromateria di Via dei Materassai. E’ sempre il mare che ha garantito loro i tonni per le tonnare e poi il controllo dei trasporti via mare con la fondazione della Navigazione Generale Italiana. I piroscafi, poi gli yatch per mostrare a tutti il pregio della famiglia.  Il sapore del mare, il sale marino, la salsedine, è ciò che ha reso unico il loro marsala.   Il mare è confine aperto, in continuo movimento. Ecco perché chi vive in Sicilia è inquieto, e cerca sempre la terra oltre l’orizzonte e vuole scappare, cercare altrove ciò che spesso, alla fine della propria vita, scopre di avere sempre avuto accanto a sé. Per i siciliani, il mare è padre. E se ne accorgono quando ne sono lontani, quando non possono sentire que